I pomodori sono una delle coltivazioni più comuni negli orti italiani. Molti appassionati di giardinaggio iniziano proprio da queste piante, poiché sono molto apprezzate e offrono un raccolto abbondante e gratificante. Maggio è il periodo ideale per trapiantare i pomodori. Vedere una piantina, cresciuta a partire da un piccolo seme, trasformarsi in una pianta che produce frutti rossi (anche se tecnicamente i pomodori sono bacche) è un’esperienza molto soddisfacente. Inoltre, i pomodori coltivati in casa hanno spesso un sapore molto più intenso rispetto a quelli acquistati nei negozi. Tuttavia, la coltivazione dei pomodori richiede attenzione e cure costanti, poiché queste piante sono delicate e necessitano di condizioni specifiche per produrre frutti sani e gustosi. Ovviamente bisogna fare attenzione a non piantare i pomodori a settembre, andiamo a vedere il motivo.
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Il pomodoro, scientificamente noto come Solanum lycopersicum, è molto sensibile alle variazioni di temperatura. Le condizioni ottimali per la sua crescita si verificano quando le temperature si mantengono tra i 22° e i 25°C. Di notte, il termometro non dovrebbe scendere sotto i 15°C, mentre di giorno le temperature non dovrebbero superare i 30°C.
Temperature troppo basse o troppo alte possono arrestare la crescita della pianta. In Italia, il trapianto all’esterno generalmente avviene a maggio, anche se in alcune regioni più calde si può anticipare ad aprile. Tuttavia, un trapianto precoce può comportare il rischio di notti fredde che possono rallentare la crescita. Chi possiede una serra può anticipare il trapianto, regolando le temperature per favorire la crescita delle piante. Per prolungare il periodo di raccolta, si possono effettuare più trapianti successivi, soprattutto se l’autunno è mite, consentendo di piantare pomodori fino a giugno.
Il trapianto dei pomodori si effettua solitamente tra aprile (nelle zone più calde), maggio e giugno. Prima del trapianto, è fondamentale assicurarsi che il pane di terra in cui la pianta è cresciuta sia ben umido; se necessario, è opportuno annaffiarlo. Il trapianto può essere fatto anche a radice nuda: se le piante sono state seminate in una cassetta, le radici potrebbero essere intrecciate, e sarà necessario districarle con delicatezza prima di piantarle.
Il terreno, che dovrebbe essere stato preparato in anticipo, va arricchito con compost, letame maturo o piante da sovescio. Al momento del trapianto, il pomodoro deve essere interrato in profondità, coprendo il fusto fino all’altezza delle prime foglie. Per evitare di scavare buche troppo profonde, si può piegare lo stelo, lasciando sotto terra solo la parte provvista di foglie. Questa tecnica sfrutta la capacità del pomodoro di emettere radici lungo il fusto, rafforzando così l’apparato radicale. Questo processo, che consente alla pianta di “camminare”, deve essere evitato nelle piante innestate. Per non disturbare successivamente le radici, è consigliabile installare i supporti insieme alle piantine.
L’Italia è uno dei principali produttori di pomodori al mondo e offre una vasta gamma di varietà, che si dividono tra pomodori da mensa, da conserva, da salsa e da serbo. Alcune varietà di pomodoro sono particolarmente adatte a condizioni di scarsità d’acqua e possono essere coltivate senza irrigazione, come i pomodori siccagni.
I pomodori non richiedono irrigazioni quotidiane, ma soffrono se sottoposti a sbalzi eccessivi di umidità. È importante evitare sia un’irrigazione eccessiva sia un terreno troppo secco. Quando i frutti iniziano a formarsi, l’irrigazione deve essere più frequente, circa ogni tre o quattro giorni. Una buona pacciamatura può aiutare a mantenere l’umidità nel terreno. È importante evitare di bagnare le foglie per prevenire malattie fungine, a cui i pomodori sono particolarmente sensibili. Un impianto di irrigazione a goccia è molto utile per gestire al meglio l’acqua. Il momento migliore per annaffiare è la mattina presto, quando la terra è fresca e le piante hanno bisogno di acqua per la fotosintesi e la traspirazione.